Insieme ritiene necessario agire per la riforma delle istituzioni.
L’esito del referendum dei 4 dicembre 2016 non può segnare la fine della stagione delle riforme istituzionali: tanto più che altre consultazioni referendarie – come quelle indette dal Veneto e dalla Lombardia lo scorso 22 ottobre – segnalano l’attenzione dell’opinione pubblica almeno per quanto riguarda il rapporto fra regioni e Stato centrale.
Insieme guarda con preoccupazione allo stato dell’amministrazione della giustizia, e intende lavorare per:
- la riforma dell’ordinamento giudiziario anche nella direzione di una più netta separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti;
- la riforma del Consiglio superiore della magistratura;
- la riforma del Codice penale, con la depenalizzazione dei reati minori.
- la riforma dell’ordinamento penitenziario, per garantire l’effettiva attuazione dell’art. 27 della Costituzione.
Il tema, evidentemente, coinvolge questioni che trascendono le procedure ora avviate a Costituzione vigente, e che invece vanno affrontate in un’ottica di sistema.
Insieme propone come prime misure urgenti
- l’adozione di una procedura di revisione costituzionale che consenta di distinguere una maggioranza costituente dalle maggioranze d’indirizzo che si formano in Parlamento;
- la regolazione dell’attività di lobbying;
- un’attenta revisione delle norme che negli ultimi vent’anni hanno condizionato negativamente la funzionalità della pubblica amministrazione;
- la riforma della governance a livello territoriale nella direzione di una democrazia decidente e partecipata;
- il potenziamento degli istituti di democrazia diretta;